Non è possibile sapere l’anno preciso di un vecchio dramma accaduto ai piedi del Vesuvio, i ricordi del vecchio saggio che narrò questi racconti erano sbiaditi dalle tante primavere che aveva affrontato. Ma il dolore di una famiglia in lutto, invece, l’ultranovantenne lo ricordava benissimo. Soprattutto quello vissuto da alcune famiglie del suo paese, accomunate da una tragedia che oggi è completamente dimenticata. Era il secolo scorso quando un’intera comunità pianse alcuni dei suoi figli, proprio durante la settimana santa. Tra questi figli c’era il buon Gaetano che di domenica con la sua paglietta e ben vestito passeggiava per le vie del paese, sempre sorridente e allegro. Nel giorno più santo della settimana si ripuliva di quel sangue che quotidianamente colorava i suoi abiti da lavoro. L’uomo lavorava in un mattatoio, il suo compito era quello di macellare gli animali, cioè separare la carne commestibile dal resto della carcassa. Che brutto lavoro aveva Gaetano, lui amante della vita per un tozzo di pane era costretto a macellare quei poveri animali. L’odore del sangue che veniva raccolto nelle vasche da scolo era insopportabile, tanto che spesso era costretto a scappare fuori per prendere un po’ d’aria fresca. Quella piccola boccata d’ossigeno durava pochi attimi, subito dopo i suoi polmoni soccombevano di nuovo al brutto odore della morte. Gaetano, operaio diligente, era ignaro che proprio a causa di quella puzza sarebbe morto. Era la settimana che precedeva la Pasqua, quando al mattatoio arrivarono alcuni agnelli da macellare. Non si sa cosa successe ma poco dopo, probabilmente a causa delle esalazioni sprigionate dal sangue, strani malesseri si presentarono in Gaetano e in alcuni dei suoi compagni. Quella che poteva sembrare una banale influenza in realtà fu qualcosa di più grave, tanto che nel giro di pochi giorni il nostro protagonista morì a causa di una complicazione respiratoria. La stessa e identica sorte toccò anche agli altri macellai, colpiti dallo stesso male. Le reali cause che provocarono la morte di Gaetano e dei suoi colleghi, morti proprio durante i giorni di Pasqua, non si sono mai sapute. Solo supposizioni senza alcun fondamento. Di quel simpatico uomo con la paglietta non rimane che una sua foto sbiadita, fissata ad una vecchia lapide nell’antico cimitero comunale del paese. Chissà, negli anni, quante persone sono passate davanti alla sua tomba e guardando il suo volto simpatico si sono chiesti il perché della sua prematura morte.
di Lisa Terranova