Giannino ‘o poeta, lo sguardo che vive ancora

Corre su e giù per la parte alta del paese, il piccolo Gianni con i calzoni corti e l’argento vivo in corpo. Raccoglie per la strada tutti i pezzi di carta che trova, se li nasconde sotto la maglietta. A casa li srotola e li ricompone. Memorizza tutte le lettere, tutte le frasi, non dimentica nessun punto, nessuna virgola. Mira gli scorci del Somma, pensa, s’interroga per poi scrivere poesie. Queste sono le giornate che trascorre il piccolo Gianni. A scuola è curioso, fa domande, non si accontenta delle risposte vuole sapere di più. Gli studi si interrompono, negli anni cinquanta è difficile continuare. Ma lui, da solo, continua a leggere e soprattutto a dipingere. Quei magnifici schizzi sono il presagio di un futuro ricco d’arte. Ma non s’accontenta, Gianni posa il libro di letteratura per prendere quello di astronomia. Poi si stanca e prende quello sull’esoterismo, e poi ancora quello sull’alchimia. Cammina con i suoi occhi azzurri e profondi per le strade di Port’Alba e Piazza Dante alla ricerca dei libri proibiti. Nelle antiche librerie di Napoli trova e studia i manoscritti degli uomini del passato. Ma è ancora troppo poco, quel giovane artista vuole di più. Vuole risposte, sul perché della vita, su Dio. I misteri dell’universo lo affascinano tanto da sentirsi tutt’uno con esso. Vive, assapora la vita in ogni suo gusto. Assaggia tutta i sapori, che governa senza mai diventarne schiavo. Inizia la sua carriera da parrucchiere, uno dei primi hair stylist del paese ad aprire un salone di bellezza. Cosa c’è di meglio per un artista che creare magnifiche acconciature sulle prime donne anastasiane che si affacciavano all’indipendenza sociale. Compone poesie, scrive libri, diventa un bravissimo commediografo teatrale ma soprattutto dipinge magnifici quadri con tecniche ricercate. Vuole donare al mondo quello che ha scritto in versi sul suo cuore. Esprime i suoi pensieri attraverso ogni forma d’arte. Conosce il greco e il latino senza aver mai frequentato nessuna scuola umanistica. Conosce i principi della matematica e della fisica senza aver mai frequentato un’accademia scientifica. Adopera sulle sue tele le tecniche più rinomate, ma senza aver frequentato la scuola d’arte. Tutto quello che sa, sembra averlo ereditato da un’entità superiore, da una divinità del sapere che ha deciso di passare la sua immensa sapienza ad un comune mortale. Uomo affascinate, complesso, volitivo, tenace ma immensamente generoso. Dona le sue opere a chi ha sete di sapere, a chi lo ammira, a chi lo venera e anche a chi lo invidia. Cede i suoi componimenti a chi vuole emularlo. Giannino ‘o poeta ride degli uomini che diventano grandi con le sue opere. Queste bassezze umane lo fanno impazzire dal ridere, perché lui è così, grande nel suo volare sull’infamia umana. Di lui, oltre alle poesie e ai dipinti, ci rimane l’eco dei battiti del suo cuore, troppo forti, troppo violenti per spegnersi definitivamente. Quei battiti continuano a dipingere, questa volta però lo sfondo è cambiato; i colori li usa per il cielo. Nei borghi antichi di quel vecchio villaggio di contadini è possibile ancora scorgere una piccola ombra. È un bambino dagli occhi azzurri con i calzoni corti che scorazza su e giù per il monte in cerca di quello scorcio giusto che lo aiuti a studiare l’umanità.

di Lisa Terranova