Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana una piccola grande perla

Suggestivo, maestoso e ricco di storia è il complesso monumentale di Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana. Al di sotto dell’attuale chiesa troviamo un altro luogo sacro, ben più antico e misterioso. È l’antica chiesa voluta dal re di Napoli Roberto d’Angiò per il matrimonio di sua nipote Giovanna con Andrea d’Ungheria. Questo incantevole posto fu seppellito da un’alluvione quasi alla fine del 1400 e a causa dei successivi temporali e stratificazioni realizzate in superfice è rimasto dimenticato per molto tempo. Dopo un capillare restauro possiamo ammirare ciò che resta dell’antico luogo sacro. Gli affreschi che adornano l’abisde sarebbero il risulato di ben quattro stratificazioni: il primo risalente all’anno 1000 d.C. richiamerebbe il tema dell’Ascensione, il secondo una rivisitazione realizzato 100 anni dopo. Il terzo strato invece è voluto proprio dal re angioino nel 1330 e rappresenta Santa Maria della Corona. Rimane invece solo il capo dell’Immacolata Concezione nella quarta e ultimo strato. Ma il cuore dell’antica chiesa e dell’intero complesso è una piccola cappella posta a sinistra dell’abside dove sorgeva un antico pozzo romano dove “troneggia” l’immagine della Madonna del Pozzo. Ed è proprio l’acqua il simbolo emblematico. Fonte di vita e di rinascita l’acqua, secondo la tradizione richiama il liquido amniotico,la sorgente che ha cullato la vita di Cristo durante la santa gestazione. Solenne la cripta posta di fronte all’abside. Oggi però la vita religiosa si snoda nella chiesa superiore. Francescana nello spirito e nell’ossatura, all’ingresso ci sono due raffigurazioni maiolicate che ritraggono San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova. Domina in più punti della chiesa lo stemma francescano, una croce “abbracciata” da due braccia; una nuda e un’altra ricoperta dalla manica di un saio. Entrambe le mani sono stigmatizzate. Le due braccia rappresentano i due rami fondamentali dell’Ordine: i frati e i laici. In stile romanico su pianta quadrata, a completare il maestoso complesso, è il chiostro adornato da dipinti murali, quasi tutti ex voto realizzati per grazie ricevute. Attualmente ad essere custodi e padri spirituali del complesso sono i frati minori di Cracovia.

di Lisa Terranova